Lifestyle & fashion

La bellezza nel Metaverso o Meta Beauty?

Una bellezza digitalizzata in tutte le sue forme

Il metaverso è diventato in pochi mesi sinonimo di futuro, entrando a far parte del dizionario quotidiano per dare una nuova forma al concetto di futuro.

Il termine metaverso fa la sua comparsa nel 1992, nel libro di Neal Stephenson Snow Crasch, dove viene descritto come un mondo parallelo condiviso dagli utenti, rappresentati da avatar, tramite internet. Quell’universo oggi diventa “quasi” tangibile, di vite possibili. Alcune ai confini della realtà, quasi a sfiorarla, imitarla, lambirla.  Il metaverso, è un caleidoscopio di luoghi e identità potenziali.

Bellezza e metaverso. Anche il settore del beauty ne prende atto, si adegua.

La traiettoria sarà rendere gli utenti, le loro idee di aspetto virtuale, sempre più protagonisti, basta pensare che i make up artist sperimentano sugli avatar i trucchi che proporranno nella vita reale.

Il ruolo del make-up negli spazi digitali sarà determinante nella personalizzazione e probabilmente una delle caratteristiche più facili da mutare sugli avatar.

Pensateci, nel nostro piccolo lo stiamo sperimentando anche noi con i filtri dei trucchi che possiamo trovare su Instagram, Tik Tok per citare i più famosi.

I selfie filtrati di bellezza e le prove di prodotti virtuali hanno da tempo aperto la strada al modo in cui interagiamo e integriamo con il metaverso oggi.

Sorprendente è l’esperienza di try-on beauty nello scenario digitale, dove tramite AI e filtri è possibile vedere l’effetto del trucco direttamente sul viso, in una convivenza non competitiva tra reale e digitale.

È proprio in questi reparti bellezza che le amanti del beauty vorrebbero essere catapultate alla velocità della luce, per poter capire come l’experience sensoriale della bellezza potrà essere tangibile anche virtualmente, seguendo il filone del metaverso.

Pensando di provare un rossetto via led immaginandone la texture sulla pelle, o la performance sensoriale di una crema senza poterne provare la tattilità con le mani, o ancora immaginare come potreste vestire la nota di rosa con il vetiver nel profumo descritto nel metaverso.

Per le figlie di Sex&TheCity come me, che allo shopping da negozio a negozio non rinunciano, sarà difficile entrare in quest’ottica.

Ma per la Gen Z, che vedono il gioco in qualsiasi cosa fanno, non ci sono dubbi. Sarà uno spasso.

Un nuovo prodotto di bellezza, anche nella realtà alternativa, apporterà lo stesso effetto glamour del mondo reale.

Ecco che per i marchi è una corsa alla digitalizzazione e trovare le piattaforme e le offerte di e-commerce più coinvolgenti ed efficienti. per creare una trasformazione digitale omnicanale che includa accurate esperienze di prova virtuale e semplici funzioni di Virtual Shade Finder. Il quale consente agli utenti di applicare filtri di diversi prodotti per labbra e occhi, sfogliare le categorie di prodotti e acquistarli tutti sui più famosi social network.

Sono numerosi i brand beauty che lo stanno già sperimentando attraverso i servizi di try-on virtuali, nati in lockdown, facendo un passo verso il nuovo mondo virtuale che sta per configurarsi come potentissima opportunità per l’industria del fashion e del beauty.

Un aspetto interessante che si può creare nel metaverso è che le ricerche di mercato potrebbero essere relegate alla preistoria: in base al feedback, alle preferenze di un filtro, alla preminenza di uno stile, si potrà capire cosa funziona e cosa meno.

Come scrisse Schopenhauer, il mondo è una realtà illusoria, fluida, effetto di singole e parziali immaginazioni. Un metaverso ante litteram. Oggi, nel suo equivalente digitale, questa rappresentazione diventa più malleabile.

Come uno specchio dei desideri.

 

Carola Disiot

Sognatrice Digitale, in una galassia di skincare e make-up

@carola.disiot

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